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"La teoria gender" è con lei, adesso, nella stanza?

 Le elezioni europee del 2024 sono ormai alle porte, le forze politiche (o forze patetiche, vedendo certi personaggi da qualsiasi lato si osservi) affilano le armi propagandistiche, sfoggiano i bot migliori, fanno ogni forma di promessa o populismo per raccattare l'ultimo voto disponibile.

Eppure l'Italia in Europa ha una influenza ormai nulla, siamo marginali, non abbiamo più nessun prestigio (nonostante una certa disinformazione dica esattamente il contrario). Le decisioni "vengono prese dall'alto" perché noi, dal basso, non contribuiamo in alcun modo.



Per il politico italiano è tutto un "contro": contro la destra, contro la sinistra, contro i tappi di bottiglia, i parcheggi in doppia fila, la transizione ecologica, il contropiede allegriano, il catenaccio samba e la costruzione dal basso!

Si usa ogni forma di argomento (senza curarsi degli effetti o delle sciocchezze che si dicono) per andare contro qualcosa o qualcuno. E' normale che il nostro paese sia di fatto ingovernabile, in questo clima e nonostante il referendum sul "premierato" ("o la va, o la spacca, e se la spacca cazzo me ne fotte rimango incollata alla sedia), che non raggiungerà mai la maggioranza, neanche questo attentato alla Costituzione (unico faro rimasto nel magma della tristezza di imbecilli assetati di potere) passerà.

Cosa accade nel mondo è molto chiaro, la terza guerra mondiale è alle porte (nonostante le rassicurazioni di persone inaffidabili come i politici attuali che abbiamo su tutto il globo): non si spiegherebbe l'improvviso desiderio (che serpeggia e che molti sottovalutano) di ristabilire in qualche modo una sorta di servizio di leva obbligatorio!

Ovviamente spero in uomini che abbiano la buona volontà di non farci precipitare in un abisso distruttivo come un conflitto a cui nessuno di noi vuole partecipare. Perché l'idea di Patria da difendere, che è alla base della avanzata delle destre nel mondo e che ritorna puntualmente ogni 80 anni (corsi e ricorsi storici non sono una frase buttata la), vale per i politici e per ormai pochi sostenitori. 

Diciamocelo, in Italia della cosa pubblica non interessa niente a nessuno! Certuni si arrabbiano con gli stranieri, ma la verità è che siamo maestri nel fare fogne, nel mettere mano nelle tasche degli altri. Conosciamo qualcuno che ha gabbato lo Stato e invece di incazzarci con lui (perché di fatto ha fregato anche noi), gli diamo una pacca sulla spalla e gli chiediamo come abbia fatto! Lo riteniamo intelligente, "furbetto" (termine che mi sta sui coglioni come "attimino", e "senza se e senza ma"), quando di fatto è un vero ladro.

Nel nostro paese non si fanno le cose che servono, ma si fanno cose che servono al migliore offerente.

La Liguria è esempio plastico di un modo di fare politica distruttivo, formalmente magari non illegale, ma parliamo di una "immoral suasion" che è comunicata come un qualcosa di utile a tutti. A tutti quelli che pagano e fanno regalie.

E torniamo al discorso iniziale delle elezioni europee, che tutti schifano ma che piace per gli stipendi che si prendono e perché è un parcheggio per i trombati in Parlamento.

Poche sono le figure che possiamo apprezzare, il resto spesso è pura fogna che va a Bruxelles: miseri personaggi di livello infimo, pezzenti senza alcuna idea che dicono che "cambieranno l'Europa dall'interno. Prendendo un lauto stipendio e qualche aereo ogni tanto.

Andiamo all'argomento di questo post, per cui questa premessa era doverosa, per capire il contesto in cui certe fesserie vengono esposte. Fare contento il proprio becero elettorato è necessario per strappare un voto. Perché il mio voto valga quanto quello di un disagiato è una delle storture della democrazia, ma abbiamo detto di essere uguali e faremo ancora finta.

Parliamo oggi della "Teoria Gender", una delle frasi o degli argomenti più idioti che ogni tanto si ripropongono nella agenda politica per strappare consenso alle fasce più ipocrite e disadattate della nostra società.

Un po' come le leggende sui vaccini e sui lockdown che ogni tanto vengono ricaricati a molla per ricordare all'idiota di turno che c'è posto per tutti a tavola (ma anche da quel lato si sono sentiti presi in giro, e questo è un meraviglioso cortocircuito). 

Ogni tanto sentiamo questa parola, "Gender", associata a teoria e viene pronunciata a finti sostenitori della famiglia, spesso cattolici ipocriti, deve essere chiaro immediatamente.

E viene sempre da una destra becera che va avanti a slogan, senza idee, senza sapere nemmeno di cosa si stia parlando.

I "sostenitori della famiglia tradizionale" sono in genere divorziati, conviventi, scambisti, concubini, hanno figli da più partner, in casa hanno qualche pregiudicato che è andato a mignotte oltre a rubare qualsiasi cosa per dare l'esempio e pontificare, omosessuali repressi, ipocriti di ogni genere.

Troviamo editoriali da cavalieri mascherati che sono noti nelle comunità gay ma non si accettano, pur essendo i loro gusti chiari. Osserviamo post di avvocati che mirano ad essere insultati che odiano le comunità LGBT, pur facendone parte di nascosto. Oppure parlamentari di lungo corso la cui passione per i trans da caricare in auto è nota. Tutti conosciamo i nomi, tutti ne sappiamo le inclinazioni (che per me non hanno alcuna rilevanza, io contesto solo l'ipocrisia).

Contro il "diverso", che serve sempre per creare divisioni e consensi partizionati, si sono spesso schierate anche le donne (peggiori nemiche delle stesse donne) che, assieme a becere associazioni antiabortiste che pagano 100 euro per salvare la vita umana. Insomma un assedio di sciocchezze becere, ovviamente basatesi sul nulla



Cos'è la "Teoria Gender"?

Risposta immediata: una grandissima bufala. Non esiste! 

Si insegna a scuola: altra cazzata! Non esiste! In che materia viene insegnata?

Vietarla, come qualche politica pompeiana, vuol dire vietare l'aria fritta!

E quindi di cosa stiamo parlando?

Ho fatto qualche ricerca e tutte le strade non mi hanno portato a Roma, ma alla destra razzista e becera che ha mistificato cose ben diverse, inventandosi una "Teoria Gender" che non è mai esistita.



Premettiamo subito: a me interessano le tue idee, non i tuoi gusti sessuali, i tuoi desideri intimi, chi ami o non ami. Mi interessa chi sei, relativamente quello che ti piace, nulla i tuoi gusti sessuali.

E poi il genere è un vero limite, un po' come la religione in tutto il mondo (se non esistesse sarebbe meglio). Il Papa Francesco, ormai completamente rincoglionito, ha parlato di "frociaggine": ce lo siamo giocato!

 L'inclusività nella chiesa cattolica, così come per altre religioni, vale solo per le offerte. E l'ipocrisia impera anche la.

Genere, religione e anche provenienza sono elementi strumentali per creare divisioni e narrazioni distorte ad arte. Si punta all'assenza totale di conoscenza e materia grigia del destinatario, della sua memoria a breve termine, e della mancanza assoluta di alcun tipo di visione sociale per strappare consensi.




Vi allego questo https://www.sinapsi.unina.it/chiarezzagender_bullismoomofobico

Negli ultimi mesi abbiamo assistito alla dilagante diffusione di notizie ed informazioni su quella che viene oramai definita come "Teoria Gender", che hanno generato e continuano a generare confusione e preoccupazioni.
In relazione a tali episodi, il Servizio Antidiscriminazione e Cultura delle differenze del Centro di Ateneo SInAPSi ha pensato di intervenire, anche sui social network, attraverso una campagna di sensibilizzazione, per sottolineare l'importanza della ricerca scientifica nell'ambito dei Gender Studies e mettere in evidenza l'assoluta inesattezza delle attuali e diffuse dichiarazioni sulla "Teoria Gender". Nel tentativo di aiutarvi comprendere al meglio i significati veicolati attraverso l'utilizzo dell'etichetta "Teoria Gender", ci auguriamo che questo breve messaggio informativo, affiancato dai documenti ufficiali pubblicati e diffusi dall'Associazione Italiana di Psicologia, dall'Associazione Italiana di Sociologia, dal Ministero della Pubblica Istruzione e dal Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi, aiuti a fare chiarezza sull'argomento e su quanto si sta verificando quotidianamente.  

Che cosa si intende, dunque, per "Teoria Gender"?  

I termini "Teoria Gender" o "ideologia del gender" rappresentano, in realtà, un modo improprio di riferirsi agli Studi di Genere, proponendone, però, una versione distorta e volutamente falsata. In realtà, non esistono fonti precise che stabiliscano con esattezza come e su quali presupposti si sia arrivati a costruire opinioni su tale tipo di ideologia. Possiamo affermare, però, che quanto viene quotidianamente propagandato e diffuso in merito alla Teoria Gender contribuisce a creare barriere alla libertà personale e a fomentare odio e discriminazione.  

Le idee che vengono diffuse sulla "Teoria Gender" :
  -    non constano di alcuna evidenza empirica
  -    sono basate su ideologie e opinioni valoriali
  -    sono a sostegno di discriminazioni, violenze ed odio di genere
  -    contrastano il diritto soggettivo legato alle libertà individuali.  


Gli accaniti oppositori alla fantomatica "Teoria Gender" hanno volutamente contribuito alla diffusione di informazioni erronee, panico e terrore fra genitori poco informati che, immotivatamente preoccupati, si sono allarmati temendo che nelle scuole, ambiente da loro considerato spazio neutro e protetto, i propri bambini si troveranno ad adottare e ad acquisire pratiche masturbatorie precoci, a conoscere e ad usare metodi contraccettivi e ad avere rapporti sessuali precoci, ad essere influenzati nel proprio orientamento sessuale, a cambiare genere, o ad apprendere che adottare comportamenti di pedofilia sia giusto. La diffusione di un tale allarmismo è stata giustificata con il desiderio di "difendere la famiglia tradizionale".

Il tutto non può essere più sbagliato e lontano dalla realtà. L'obiettivo di introdurre programmi formativi all'interno dell'istituzione scolastica, è espresso nel comma 16 della legge 107/2015 di Riforma su "La Buona Scuola", che recita testualmente: "Il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall'articolo 5, comma 2, del decreto-legge14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119".  
Si tratta semplicemente di formare adulti del domani maggiormente sensibilizzati e attenti a non discriminare, consapevoli ed informati su tematiche di cui, ancora oggi, si conosce poco, per timore o per pregiudizio. Gli interventi solitamente promossi nelle scuole di ogni ordine e grado, dunque, fanno riferimento a costrutti teorici e scientifici ben radicati, che si rifanno ai Gender Studies.  

Cosa sono gli Studi di Genere?  

Gli Studi di Genere, in inglese Gender Studies, raggruppano l'insieme di approcci metodologici e ricerche condotte da svariate discipline, in merito a diversi aspetti della vita umana: dall'origine dell'identità al rapporto tra persona e contesto socio-culturale in cui vive. Tali studi partono dall'assunto di base secondo cui l'identità sessuale rappresenta un costrutto multidimensionale costituito da quattro distinte componenti:
1.      Sesso biologico: ovvero l'appartenenza biologica al sesso maschile o femminile (determinata da cromosomi sessuali, da ormoni, dai genitali esterni e interni).
2.      Identità di genere: ovvero l'identificazione primaria della persona come maschio o femmina, che solitamente si stabilisce nella prima infanzia
3.      Ruolo di genere: l'insieme di aspettative e ruoli su come gli uomini e le donne si debbano comportare in una determinata cultura e in un dato periodo storico.
4.      Orientamento sessuale: l'attrazione erotica e, soprattutto, emotiva ed affettiva verso i membri del sesso opposto, dello stesso sesso o di entrambi (per cui ci si può identificare come omosessuali, bisessuali o eterosessuali).  

Nello specifico, chi opera nelle scuole occupandosi di progetti che fanno riferimento agli Studi di Genere, mira primariamente a promuovere la non discriminazione verso le differenze, ad ostacolare il diffondersi di forme più o meno velate di bullismo omofobico o di fenomeni dettati dalla non conoscenza e dall'intolleranza. L'obiettivo è quello di favorire il benessere di ogni singolo alunno, in modo che venga diffusa principalmente una cultura del rispetto. I progetti educativi per la prevenzione della violenza di genere tentano di scardinare stereotipi e preconcetti legati alle differenze di genere.  

Qui sotto potete scaricare i documenti ufficiali pubblicati e diffusi dall'Associazione Italiana di Psicologia, dall'Associazione Italiana di Sociologia, dal Ministero della Pubblica Istruzione e dal Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi.
Vi invitiamo a leggerli con attenzione, ad informarvi e fare sempre riferimento a dichiarazioni che abbiano un fondamento ed una validità scientifica.  

        

http://www.ordinepsicologilazio.it/blog/psicologia-della-vita-quotidiana/educazione-sessuale-nelle-scuole-no-gender-no-party/    
http://www.nextquotidiano.it/tutto-quello-che-volevate-sapere-sul-gender-e-non-avete-mai-osato-chiedere/


Quindi si parla correttamente di STUDI di GENERE, non di TEORIA GENDER.

E serve a tutt'altro, a promuovere la NON discriminazione!


CENNI STORICI DI QUESTA LEGGENDA

2015 

Durante una udienza generale di quell'anno a Piazza San Pietro dedicata alla famiglia – e al «grande dono che Dio ha fatto all’umanità con la creazione dell’uomo e della donna e con il sacramento del matrimonio» – Papa Francesco ha parlato della “teoria del gender” – “teoria del genere”, o gender theory – criticandola e dicendo:


«La cultura moderna e contemporanea ha aperto nuovi spazi, nuove libertà e nuove profondità per l’arricchimento della comprensione di questa differenza. Ma ha introdotto anche molti dubbi e molto scetticismo. Per esempio, io mi domando, se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Eh, rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione».


La “teoria del genere” dunque è già oggetto di critiche da parte di vescovi, associazioni cattoliche e movimenti conservatori di tutto il mondo, soprattutto a seguito di una serie di progetti che, secondo questi stessi detrattori, sarebbero un modo di introdurne l’insegnamento nelle scuole: sostengono sia successo in Francia ma anche in Italia, dove i governi Monti e Letta avevano promosso la diffusione nelle scuole primarie e secondarie dei volumi “Educare alla diver­sità a scuola” e dove un’associazione ha realizzato in 16 istituti di Roma un corso di formazione (autorizzato dal Comune) a oltre 200 insegnanti di scuole dell’infanzia e asili nido contro gli stereotipi di genere. Il progetto si chiamava “La scuola fa la differenza” e ha lo scopo di promuovere l’educazione alle differenze tra donna e uomo e lo sviluppo della libera espressione della personalità, la lotta al sessismo e all’omofobia.


Proprio come in Francia, questi progetti sono stati molto criticati da alcuni giornali e movimenti di estrema destra, che ne hanno spesso forzato intenzioni e dimensioni. Il gruppo Militia Christi, per esempio, ha inviato per settimane lettere e appelli; articoli molto critici sono stati pubblicati sul Tempo, sul Giornale d’Italia, su Tempi e Avvenire: questi articoli parlano di “ideologia”, di bambini strumentalizzati, confusi e indottrinati, di lezioni porno negli asili e dicono di difendere un dato naturale – la differenza sessuale – da chi vuole trascurarlo e contestarlo «come obsoleto stereotipo culturale».


In tutte queste critiche – così come nelle cose che ha detto Papa Francesco – c’è però molta confusione e non c’è alcuna corrispondenza o conoscenza dell’evoluzione del pensiero che si può riassumere sotto la formula “studi di genere”: non esiste, innanzitutto, alcuna “teoria del genere” o “ideologia di genere”.

 Queste espressioni sono in sostanza delle invenzioni e delle costruzioni che pretendono di unire sotto un unico campo studi, ricerche e rivendicazioni di diritti da parte della comunità LGBT+, ma non solo, spesso travisandoli. Volendo semplificare potremmo dire comunque che gli studi sul genere – i cosiddetti “gender studies” – hanno a che fare con lo studio di come nel tempo, nella storia e nella cultura siano state costruite le identità femminili e maschili. Mostrano come le norme che reggono l’ordine sessuale sono state storicamente create e sono ben lontani dal negare le differenze corporee o sostenere che ciascuno possa scegliere o inventare la propria identità e il proprio orientamento sessuale.


Il genere

La categoria di “genere” si trova a partire dagli anni Cinquanta e Sessanta nella ricerca psichiatrica, sociologica e antropologica americana. Con la parola “sesso” si inizia a riferirsi esclusivamente alla dimensione corporea di una persona (cioè alla sua anatomia); con quella “genere” si inizia a indicare sia la percezione che ciascuno e ciascuna ha di sé in quanto maschio o femmina (cioè l’identità di genere), ma anche il sistema socialmente costruito intorno a quelle stesse identità (cioè il ruolo di genere). La distinzione fra sesso anatomico e ruolo di genere sta alla base di un nuovo pensiero: e cioè che possa esserci una discontinuità tra il corpo con cui si nasce, l’immagine che si ha sé (come ci si sente) e i ruoli stabiliti da altri (gli stereotipi di genere).


Il genere nel pensiero femminista

La categoria di genere è stata studiata innanzitutto nelle riflessioni femministe contemporanee su soggetto, identità e differenza. Il femminismo radicale statunitense degli anni Settanta – “radicale” perché si proponeva di andare alle radici della subordinazione delle donne, oltre la conquista dei diritti civili o di una loro indipendenza economica – ha messo al centro del suo discorso la sessualità e ha definito la categoria di genere come costruzione sociale e culturale dei sessi e dei ruoli.


L’identità maschile o femminile secondo questi studi non èdata per natura” ma è stata costruita socialmente. In questa costruzione la differenza di sesso biologico è stata trasformata in una differenza di ruoli (di “genere”, appunto), che a sua volta è diventata una gerarchia: gli uomini sono stati assegnati alla produzione e al lavoro, le donne alla riproduzione e alla cura. La gerarchizzazione delle differenze ha portato all’oppressione degli uomini sulle donne e alla creazione di confini rigidi tra le identità di genere, con l’allontanamento o il non riconoscimento di chi sta fuori da questa norma. Per questo, secondo le teoriche del genere, è necessario che le convenzioni sociali si emancipino dalla natura, ma anche che le persone sleghino la loro identità dall’ordine sociale sottraendosi al dualismo sessuale. A tutto questo è collegata la rivendicazione di nuovi diritti sessuali: quello di scegliere il proprio sesso, la difesa delle cosiddette minoranze sessuali, il diritto al matrimonio omosessuale e all’adozione, il diritto ad avere un bambino.



L’identità sessuale riguarda la natura o la cultura?

L’accusa che solitamente viene rivolta alla “teoria del genere” è che sia nemica dell’ordine naturale e neghi la differenza biologica tra uomini e donne. Chi afferma che siamo determinati e determinate dal nostro corpo rischia però di dedurre automaticamente tutta una serie di caratteristiche e di qualità sessuate: scivolare nel “riduzionismo naturalistico” (il mio corpo è il mio destino), aderire in modo acritico a una serie di stereotipi (le donne non sono brave in matematica o in ingegneria meccanica, gli uomini non piangono durante i film, eccetera) o negare l’identità o il riconoscimento di chi sfugge al codice binario uomo-donna.


Il gender è stato comunque ampiamente criticato anche da alcune femministe, quelle ad esempio che appartengono al cosiddetto pensiero della differenza sessuale (movimento che ha in Italia le sue più importanti esponenti): le teoriche della differenza sessuale hanno in particolare interpretato (a torto o a ragione) il gender come una messa in discussione del corpo sessuato sostenendo che ogni cosa di cui un uomo o una donna fanno esperienza passa attraverso il loro corpo. Tuttavia, hanno affermato, le persone sono anche capaci di prendere distanza da ciò che le ha messe al mondo con quel corpo. Uomini e donne, hanno sottolineato, pur nella parità dei diritti, sono differenti nel modo in cui interpretano la realtà e questo a partire dal diverso rapporto con la generazione e dal diverso modo di vivere il proprio corpo come corpo sessuato.



Quindi, di cosa stiamo parlando?

I progetti previsti in Francia, ma anche quelli in Italia, parlano di “educazione alle differenze” e non di gender e hanno come obiettivo principale semplicemente supplire alle carenze strutturali della scuola nella costruzione delle identità di genere, promuovere lo sviluppo della libera espressione della personalità nel rispetto del prossimo e delle differenze individuali, la parità tra donna e uomo, la pluralità dei modelli familiari e dei ruoli sessuali, il contrasto al sessismo nella lingua a nella cultura, la lotta all’omofobia, al bullismo e a ogni forma di violenza sulle donne. Per capire si può anche leggere il documento approvato dall’Associazione italiana di psicologia che ha come obiettivo «rasserenare il dibattito nazionale sui temi della diffusione degli studi di genere e orientamento sessuale nelle scuole italiane» e di «chiarire l’inconsistenza scientifica del concetto di ideologia del gender».


Il libro che ha introdotto nel dibattito comune degli anni Novanta la definizione di “teoria del genere” è Gender Trouble (Questione di genere) di Judith Butler, una delle pensatrici femministe più autorevoli e influenti dell’ultimo decennio. Secondo Butler la materia, i corpi e le differenze sessuali sono “atti” recitati: non ci sono “donna” e “uomo” (né ovviamente una “natura femminile” e una “natura maschile”) ma ci sono “recite” ripetute e obbligate dei codici dominanti. Nel 2013 Butler è stata intervistata su Le Nouvel Observateur e ha spiegato molto bene la propria posizione rispondendo innanzitutto a chi sostiene che la “teoria del genere” sia in generale una negazione dei sessi e che il suo insegnamento, se attuato, porti a questo come principale conseguenza.



Dice Butler:


«In molti mi domandano se io ammetta o no l’esistenza del sesso biologico. Implicitamente, è come se mi stessero dicendo: «bisognerebbe essere pazzi per dire che non esiste!» E in effetti è vero, il sesso biologico esiste, eccome. Non è né una finzione, né una menzogna, né un’illusione. Ciò che rispondo, più semplicemente, è che la sua definizione necessita di un linguaggio e di un quadro di comprensione – esattamente come tutte le cose che possono essere contestate, in linea di principio, e che infatti lo sono. Noi non intratteniamo mai una relazione immediata, trasparente, innegabile con il sesso biologico. Ci appelliamo invece sempre a determinati ordini discorsivi, ed è proprio questo aspetto che mi interessa».


E ancora:


«La teoria del genere non descrive “la realtà” in cui viviamo, bensì le norme eterosessuali che pendono sulle nostre teste. Norme che ci vengono trasmesse quotidianamente dai media, dai film, così come dai nostri genitori, e noi le perpetuiamo nelle nostre fantasie e nelle nostre scelte di vita. Sono norme che prescrivono ciò che dobbiamo fare per essere un uomo o una donna. E noi dobbiamo incessantemente negoziare con esse. Alcuni tra noi sono appassionatamente attaccati a queste norme, e le incarnano con ardore; altri, invece, le rifiutano. Alcuni le detestano, ma si adeguano. Altri ancora traggono giovamento dall’ambiguità… Mi interessa dunque sondare gli scarti tra queste norme e i diversi modi di rispondervi».


Butler spiega anche esplicitamente di rivolgersi a quelle persone il cui genere o la cui sessualità sono al centro di vari conflitti:


«Mi piacerebbe contribuire a rendere il mondo un luogo in cui vivere un po’ più facilmente. Si consideri il caso della bisessualità: il regime degli orientamenti sessuali rende ardua la possibilità di poter amare sia un uomo sia una donna – vi si dirà che dovete scegliere tra le due alternative. O si consideri ancora la situazione degli intersessuali, le persone sessualmente ambigue o indeterminate: alcuni chiedono che questa ambiguità sia accolta come tale, senza che queste persone siano costrette a divenire donne o uomini. Come fare per aiutarle? La Germania ha appena introdotto il “terzo genere” tra le categorie con cui amministrare i corpi. E mi sembra un tentativo di rendere il mondo più vivibile».


E' chiaro che ognuno deve farsi una propria idea su questo argomento.

Ma una cosa è certa: non esiste nessuna TEORIA GENDER.

Usare i termini più appropriati potrebbe essere il principio per comprendere meglio certi fenomeni.




Alan Paul Panassiti


Vi ricordo che il sottoscritto non chiede alcun contributo economico e che le sue ricerche sono disponibili a tutti.

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