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Visualizzazione dei post da 2020

La vita è una strada asfaltata piena di buche in cui è facile cadere

  Era la gara più difficile da vincere.  Nessuno avrebbe fatto sconti o raccontato storie farlocche per trionfare con l’astuzia. Anche dire una bugia, a fin di bene, sarebbe stato possibile per poter ipotizzare lo scontro che ne sarebbe derivato! La vita, quella che noi ci siamo dimenticati di avere avuto , cancellata nei meandri di un tempo che non c’è più e di quello che non c’è ancora,  è ormai una ipotesi di divieti.  Senza ne arte e ne parte, abbiamo approcciato a questa pandemia come l’apoteosi dell’umano sentire pregno di sconfitta. Abbiamo cercato di eludere le norme naturali,  ci siamo inventati dei complotti troppo grandi per degli esseri piccoli come noi e quindi mai reali e realizzabili, siamo riusciti a credere a delle incredibili fandonie. Sarà il Natale più atipico della storia moderna,  oppure sarà “tipico” di una evoluzione chiaramente inciampata nei meandri della socialità asociale dei social e del suoi derivati! Non sarò mai un influencer, un untore sociale che diffo

Monologo della solitudine

  Condizione “particolare”…si…proprio così. Se dovessi parlarvi della mia solitudine, la definirei proprio così. “Condizione particolare”. Perché la mia non è una solitudine di passaggio. Non è momentanea. Non passa con l’aspirina effervescente del cazzo. Non sono stato lasciato dalla mia ragazza. Non sono stato abbandonato da un parente, da un amico, da un cane, e nemmeno dai vicini. Non sono uscito da una canzone di Baglioni, insomma. No, no. Io sono sempre stato solo. Ma ciò non deve impietosirvi, attenzione. Per me è più che normale. È solo una “condizione particolare”. C’è chi non riesce a stare da solo e cambia partner continuamente e con ognuno picci picci e regalini e giostrine e baci perugina e “ti amerò tutta la vita” e “voglio sposarti” e “il nostro bambino si chiamerà così o colà”…sempre nomi di merda, tra l’altro. Ci sono quelli tristissimi che pur di non stare da soli organizzano le seratine a tema. Dio mio, tutto ma le seratine a tema no, vi prego. Una tribù di rincoglio

Paolo Rossi ci ha lasciato il ricordo di un meraviglioso Mundial 82

  Maledetto duemila venti!  E' andato via anche Paolo Rossi , nome comune di un italiano fuori dal comune. Se penso agli anni del mio essere bambino, gli anni 80, uno dei simboli era proprio lui:  Pablito ! Fu chiamato in questo modo per le reti al Mundial di Spagna 82 , realizzazioni inaspettate e fragorose che portarono gli azzurri vilipesi e odiati dalla critica di Bearzot a vincere quel titolo. La cocciutaggine del tecnico friulano cambiò il destino di Paolo Rossi , che decise di chiamarlo nonostante il gravissimo ritardo di condizione dovute ai due anni di squalifica per la, brutta, storia del calcio scommesse in cui mezza serie A fu coinvolta. Quel mondiale, quei caldi giorni dell'estate del 1982  ( una delle più calde di sempre ),  partì molto male per l'ex centravanti della grande Juventus di Trapattoni.  Sembrava una presenza impalpabile in avanti, la critica giornalistica cercò in tutti i modi di convincere l'allora Commissario Tecnico a farlo fuori anche con

La strada, due scarpe, una maglietta e un pantaloncino: basta questo!

  Correre, fare sport, creare una struttura alternativa alla palestra chiusa   ( in cui consumavo più caffè che calorie, questo va detto )   e alla piscina   senza più acqua ne corrente, ne ferma:   l'attività fisica , ostile al periodo che viviamo di pandemia da   Sars Cov 2   ( la vendetta ),   è stata la vera sfida di un periodo ormai lungo 7 mesi   in  cui si è passata ogni forma possibile di esperienza umana e disumana! Non lo diciamo in giro, perché vedo che tanta gente ha giustamente voglia di divertirsi, ma io, anche senza restrizioni,  per le feste continuerei a fare ciò che ho sempre fatto: niente di niente.  Ne ora, ne mai! Quindi  in questo periodo pre-natalizio in cui l'albero è stato fatto in casa già il 31 Agosto , e dove saranno vietati per ordine del Presidente del Consiglio cenoni e spostamenti, e anche un sana sciata a spazzaneve per creare la valanga azzurra e la slavina all'italiana,  cosa ci è rimasto da fare? Correre, fare sport come se non ci fosse d

Assembramenti folli e irresponsabili per celebrare Maradona

  Napoli  è una   città meravigliosa , incline alle contraddizioni come tutte le città più belle del sud. Una scoperta straordinaria quando ci metti piede per la prima volta, una conferma di bellezza ogni volta che ci ritorni. Sono innamorato  di Napoli:  Partenope  ( la sua dea protettrice ) aveva ben scelto il luogo migliore per dedicarle l'attenzione: era una sirena e decise, secondo la leggenda, di morire dove sorge oggi  Castel dell'Ovo . A Piazza del Plebiscito, in via Chiaia e sul lungomare Caracciolo  ho passato meravigliose serate estive e qualche, raro, pomeriggio piovoso d'Inverno.   Ancor oggi, quando scendo alla stazione Garibaldi, superato il mare infinito di taxi (abusivi e non) che fanno da tappeto alla sua porta di ingresso nella città, vado dal mio amico  Marignano  in via Castromediano a prendermi una mozzarella di bufala e a parlare con il proprietario di momenti intimi che riguardano le nostre famiglie. E' un luogo straordinario Napoli , è la person

Quella sera di Italia90 in cui Diego divise Napoli dal resto del paese

  Messina ,   3 Luglio 1990 ,  è la sera della semifinale di Napoli tra l’Italia di Totò Schillaci e l’Argentina di Diego Maradona.  Sono passati poco più di  30 anni da quella calda sera d’Estate, delle Notti Magiche  che quella notte diventarono tragiche. Casa mia era un posto particolare, un ambiente unico dove si respirava in tempi non sospetti un aria da cittadino del mondo! Io italo siciliano, 17 anni, pieno di energia e diventato da qualche anno un incredibile appassionato di calcio .  Mio padr e, ex calciatore di grandissimo livello dal quale nulla ereditai se non l’ironia ma di certo non l’arte pallonara,  era argentino ma come me tifava anche e soprattutto per il Messina! Mia madre, scozzese di origine  che a Milano aveva conosciuto quel folle di mio papà e che  quando ci fu la  guerra  delle  Falkland  e  Malvine  la portò nella casa di San Licandro dove vivevamo.  L’amore trionfò e fu pace oltre quel folle conflitto di cui ora sembra quasi perdersi la memoria. E c’era ancor