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Monologo della solitudine

 Condizione “particolare”…si…proprio così.

Se dovessi parlarvi della mia solitudine, la definirei proprio così.
“Condizione particolare”.
Perché la mia non è una solitudine di passaggio.
Non è momentanea.
Non passa con l’aspirina effervescente del cazzo.
Non sono stato lasciato dalla mia ragazza.
Non sono stato abbandonato da un parente, da un amico, da un cane, e nemmeno dai vicini.
Non sono uscito da una canzone di Baglioni, insomma.
No, no.
Io sono sempre stato solo.
Ma ciò non deve impietosirvi, attenzione.
Per me è più che normale.
È solo una “condizione particolare”.
C’è chi non riesce a stare da solo e cambia partner continuamente e con ognuno picci picci e regalini e giostrine e baci perugina e “ti amerò tutta la vita” e “voglio sposarti” e “il nostro bambino si chiamerà così o colà”…sempre nomi di merda, tra l’altro.


Ci sono quelli tristissimi che pur di non stare da soli organizzano le seratine a tema.
Dio mio, tutto ma le seratine a tema no, vi prego.
Una tribù di rincoglioniti che si fanno le domandine del Trivial.
Il Trivial è la tomba dell’amore. Di ogni tipo di amore.


Ti mette faccia a faccia con la tua ignoranza e ti fa incazzare
Allora pensi che alla prossima domanda li stendi, e invece no
“Dove si trova il Kazakistan?”
Ma che cazzo ne so io?
A scuola odiavo le interrogazioni ed ora mi trovo qui a dover rispondere a degli amici?
Ma che amici siete?
Ma soprattutto, che cazzo di gioco è?
C’è gente che studia tutta la notte e il giorno seguente prima di una serata Trivial con gli amici, per rispondere almeno ad “una” di quelle cavolo di domande e potersi poi vantare della propria intelligenza con la ragazza, che quasi sempre poi, di nascosto, si scopa il più ignorante del gruppo.




Ma io non ci casco. No.
Io resto nella mia “condizione particolare”.
Se dovessi dirvi a che età ho cominciato ad apprezzare la solitudine vi mentirei. Perché davvero non ricordo.
Credo di essere stato solo dal momento della nascita.
Forse addirittura sono nato da solo.
Mi sono fatto nascere per conto mio.
Un baby ostetrico. Mi sono fatto forza da solo.


Ma anche prima.
Secondo me mio padre, se mai ne ho avuto uno, ha espulso un solo spermatozoo. Mah, meglio così, niente competizione.
Ricordo di essere andato a scuola ma non ricordo neanche il nome di uno dei miei compagni di classe.
Il sesso lo ricordo
Ah, si, quello si che è sempre stato bello.
A volte faccio dei lunghi discorsi con me stesso.
Parlo di tutto.
Posso spaziare dalla politica, alla finanza allo spettacolo, faccio anche dei pettegolezzi e mi trovo quasi sempre d’accordo.
D’accordo con me stesso, si intende.
Si, non mi piace litigare.
Solo una volta ricordo di essermi picchiato davvero alla grande.
Non ero d’accordo su un giudizio dato da me su un film che non avevo ancora visto. Beh, me le diedi di santa ragione.
Mi sono sentito molto virile.


E più chiedevo pietà e più io affondavo i miei colpi.
Credo sia stato necessario.
Io resto nella mia solitudine.
Nella mia “condizione particolare”, anche se un po’ mi annoia.
Ormai so quasi tutto su me stesso.
Non ho più nulla da chiedermi.
Non ho più risposte, ma mi fa male non avere più domande.
Probabilmente andrò a comprare il Trivial.

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