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Bambini rom e allontanamenti familiari: perché non ci sono numeri ufficiali?

 Bambini rom e allontanamenti familiari: perché non ci sono numeri ufficiali?


E' importante, in questo momento storico spiegare bene un fenomeno, per comprenderlo. Per valutarlo con oggettività. La pancia non fa bene a motivare le opinioni.
Occorre conoscere le cose, sapere di cosa si parla, se no meglio il silenzio.

Ma in una epoca in cui tutti esprimono una idea per dar fiato alla bocca, guidato da politici o da influencer mistificatori che vanno avanti a slogan, l'unica cosa che occorre è spiegare.


Non si tratta di "sinistri" e "neofascisti" o "estrema destra" o "centri sociali" o "antagonisti".
Bisogna essere laici per essere seri e per formarsi una propria opinione.
Se no si sarà vittime di propagande.

Parliamoci chiaro ai Salvini e vari non interessa niente di nessun bambino (ricordatevi di Bibbiano o dell'uso strumentale che fanno di ogni episodio polarizzante). Così come è assolutamente ridicolo vedere chi difende questa famiglia (per la quale, ripeto, dobbiamo sospendere ogni giudizio) dal divano di casa con il suo smartphone e il suo riscaldamento centralizzato.
Ognuno è, e deve essere chiaro, libero di vivere la vita come desidera. Ma allo stesso tempo, se dobbiamo esprimere un giudizio, dobbiamo avere tutti gli elementi.

Eccoli qua

Quando si parla di minori rom o sinti allontanati dalle famiglie, la domanda ricorrente è sempre la stessa:

“Quanti sono? Perché nessuno pubblica le statistiche?”

La risposta è meno semplice di quanto sembri.
E non ha nulla a che vedere con segreti, cospirazioni o reticenze istituzionali.
Dipende invece da come è organizzato il sistema di tutela minorile in Italia.

1. In Italia non si registrano le etnie nei procedimenti giudiziari

Tribunali e servizi sociali non catalogano i minori secondo la loro etnia:
non esiste una casella “rom”, “sinti”, “italiano”, “albanese”, ecc.

Questo per un motivo preciso:
📌 evitare discriminazioni istituzionali
📌 tutelare la privacy dei minori
📌 impedire usi impropri dell’origine culturale nei procedimenti

Risultato?

➡️ Non esiste alcun database nazionale che possa dirci “quanti bambini rom sono stati allontanati”.

🟦 2. Esistono solo dati generali

L’Italia registra un solo dato aggregato:

👉 quanti minori, in totale, vivono fuori dalla famiglia d’origine.

L’ultimo censimento parla di circa 33 mila bambini e ragazzi, ma senza distinguere origine, cultura, religione o etnia.

Questi dati servono a monitorare il sistema, non le singole comunità.




🟦 3. Gli studi specifici esistono… ma sono locali e non aggiornati

Alcune ricerche accademiche hanno provato a indagare la situazione dei minori rom:

in Lazio, uno studio ha mostrato che i bambini rom vengono segnalati ai servizi molto più spesso dei coetanei non rom;

un’altra ricerca, su 8 tribunali italiani, ha documentato numerosi casi di minori rom dichiarati adottabili.

Sono dati importanti, ma con limiti chiari:

riguardano territori circoscritti
non coprono tutto il Paese
non fotografano la situazione degli ultimi anni

Non possono quindi diventare statistiche nazionali.



🟦 4. Perché la questione è delicata

Ogni volta che si tenta di analizzare la situazione di una minoranza etnica, bisogna evitare due rischi:

🔸 Rischio 1 — Lo stereotipo

“Se non ci sono numeri, allora ce li tolgono tutti”.
Non è così: senza dati certi, non si può generalizzare.

🔸 Rischio 2 — La negazione

“Senza statistiche non c’è nessun problema”.
Nemmeno questo è vero: gli studi disponibili mostrano una sproporzione nelle segnalazioni e nelle misure di tutela.

La realtà sta nel mezzo:
abbiamo segnali di criticità, ma non numeri completi.

🟦 5. La cosa più importante da ricordare

Quando un minore viene allontanato, non lo è per “chi è”, ma per come vive:

condizioni di sicurezza

stato di salute

frequenza scolastica

collaborazione con i servizi

tutela dell’incolumità

capacità genitoriale in quel momento specifico

Il Tribunale valuta lo stato del minore, non la sua etnia.

Quindi chiedere statistiche è legittimo, ma il sistema minorile italiano è strutturato in modo da non creare categorie etniche.

🟦 6. Allora cosa possiamo fare?

L’unica strada è:

migliorare la raccolta dati (senza etichette etniche)

sostenere le famiglie vulnerabili prima che arrivi l’intervento giudiziario

capire che il tema non è “rom sì o rom no”, ma povertà, esclusione, isolamento

affrontare la questione in modo non emotivo e non politico




📌 In sintesi

Non sappiamo quanti bambini rom siano stati allontanati — perché non possiamo saperlo con i sistemi attuali.
Sappiamo però che la vulnerabilità sociale porta più facilmente all’intervento dei tribunali.
Ed è lì che si deve intervenire: nelle condizioni di vita, non nell’etnia.

Approfondendo si scopre che:
Esistono numeri ufficiali nazionali “ultimi anni” sui bambini rom allontanati?

No.
In Italia non ci sono statistiche pubbliche, aggiornate e complete che dicano:

“Quanti minori rom/sinti sono stati allontanati dalle famiglie dal Tribunale per i minorenni negli ultimi anni”.

Per due motivi principali:

Nei fascicoli giudiziari e nei database ufficiali non viene registrata in modo sistematico l’etnia (per ovvie ragioni di tutela e non discriminazione).

Le rilevazioni nazionali sui “minori fuori famiglia” (affido, comunità, ecc.) conteggiano tutti i bambini, ma non distinguono rom/non rom.


Quindi nessuno, oggi, può dire seriamente: “sono X mila”, “sono aumentati del Y%”, ecc.

2. Cosa abbiamo allora? Studi parziali e locali
a) Ricerca Migrantes / Università di Verona (1985-2005)

Studio su 8 Tribunali per i minorenni italiani.

Rilevati oltre 200 casi di minori rom e sinti dichiarati adottabili in quel ventennio.
Redattore Sociale

La ricerca mostra una forte sovra-rappresentazione dei minori rom nelle procedure di adottabilità rispetto alla loro presenza nella popolazione.

Non è però un dato “ultimi anni”, ma storico e limitato a una parte d’Italia.




b) Rapporto “Mia madre era rom” – Associazione 21 Luglio (Lazio)

È uno studio specifico su Roma e Lazio, non sull’intero Paese, ma dà un’idea delle proporzioni:

Un minore rom ha circa 60 volte più probabilità di essere segnalato alla Procura minorile rispetto a un coetaneo non rom.

Ha circa 50 volte più probabilità che si apra per lui una procedura di adottabilità.

In concreto: 1 minore rom su 33 risulta dichiarato adottabile (≈3,1% dei minori rom del Lazio), contro circa 1 bambino non rom su 1250 (0,08%).


Anche questo però riguarda una regione, un certo periodo, non “tutti gli ultimi anni in Italia”.

3. Cosa possiamo dire con onestà?

Non esistono statistiche nazionali aggiornate che contino quanti bambini rom/sinti sono stati allontanati dalle famiglie.

Esistono studi di ricerca (Migrantes, 21 Luglio, ecc.) che mostrano una forte sproporzione: i minori rom, dove vengono monitorati, risultano molto più spesso:

segnalati ai Tribunali per i minorenni

inseriti in procedure di adottabilità

dichiarati adottabili, rispetto ai coetanei non rom.


Questi studi però:

coprono periodi e territori limitati,

non permettono di dire “quanti sono in totale oggi”,

ma indicano un possibile problema strutturale (maggiore vulnerabilità sociale + possibili bias nei servizi e nella giustizia minorile).

Fonti: https://www.redattoresociale.it/article/notiziario/bambini_rom_vanno_allontanati_dalla_famiglia_

https://www.21luglio.org/presentato-il-rapporto-mia-madre-era-rom-sulle-adozioni-dei-minori-rom-nel-lazio-2/

chrome-extension://efaidnbmnnnibpcajpcglclefindmkaj/https://www.minori.gov.it/sites/default/files/relazione_biennale_2012_2015.pdf


Alan Paul Panassiti

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