Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni di Annalisa Neviani, Medico in pensione che non smette di lottare contro la disinformazione ponendosi tante domande sulla questione di chi fa il medico seduto dietro una scrivania ed un computer, e che prescrive un mix di farmaci secondo un protocollo definito "cure domiciliari precoci".
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"Se il malato non esiste...
Premessa: è vero che da circa 20 anni sono in pensione e non più iscritta a OMCeO, ma mi ritengo ancora tenuta al rispetto del segreto professionale.
Per tale motivo, ritengo doveroso non indicare le generalità di chi mi ha fornito questi screen shot ed altre interessanti informazioni.
Un mio lontano conoscente soffre nel sapere che i medici del gruppo “Terapia domiciliare C-19” ( d’ora in poi “TD C-19”) si trovano in una situazione difficile e sono costretti a tutelarsi contro possibili critiche, a suo dire, ingiustificate.
Poiché mi stima e si fida di me, ( e fa male, molto male) mi chiede in qual modo si possa aiutarli.
A tal fine mi esibisce gli screen shot che allego qui sotto.
1. “Alcuni medici hanno segnalato all’ufficio legale casi di
soggetti che si fingevano pazienti, di fatto utilizzando identità fasulle o anche reali…”.
Se un medico fa il suo dovere e visita chi chiede aiuto, non deve temere di essere imbrogliato.
Certo, se si agisce “da remoto”, facendo diagnosi e prescrivendo terapie senza aver mai visto il malato, corre il rischio di fare una figura pietosa.
Questa frase dimostra che i medici del gruppo “CD C-19” agiscono senza visitare i malati.
Direi che questi professionisti non fanno una gran bella figura.
2. « Risponderanno nelle sedi opportune »
Ottimo.
L’ufficio legale del gruppo « CD C-19 » fa presente « nella sede opportuna » che i suoi medici hanno fatto diagnosi e prescritto terapie
attraverso canali informatici a malati che non esistono.
Se ne deduce che tali medici non hanno mai visto in faccia i loro pazienti.
Vorrei tanto vedere come viene accolta la loro lagnanza.
3. Molti sono ossessionati dalla privacy: no app Immuni, no green-pass, no tutto. Poi, candidamente, comunicano a non si sa chi:
I. Fotocopia di un documento di identità
II. Codice fiscale.
III. Consenso, redatto non si sa come, quando poi spesso non vogliono firmare il consenso informato per la vaccinazione.
Oltretutto non è dato sapere come sia impostato questo cosiddetto « consenso ».
Quello richiesto per essere trattati con idrossiclorochina, ivermectina e altri farmaci off-label, secondo alcuni, non avrebbe valore.
Leggo : « se la cura e la medicina stessa fossero solo appannaggio di alcuni e non di tutti » .
A quanto pare per fare diagnosi e terapia occorre essere iscritti all’OMCeO, ma nella sezione riservata ai medici-chirurghi, non in quella dei laureati in odontoiatria.
Evidentemente qualcuno resta ancora convinto che « 1 vale 1 ».
Per quanto riguarda chi è « onnipresente sulla scena pubblica » non posso fare a meno di rammentare i raduni oceanici nelle piazze italiane, organizzate proprio dai seguaci dell’avvocato Grimaldi.
Ho cercato di capire, ma non mi è stato mai consentito di conoscere il protocollo segreto.
Evidentemente non hanno interesse a dialogare con me.
Pazienza.
Sono cose che succedono.
Sarebbe molto interessante conoscere nomi e cognomi dei « millantatori ».
Chissà mai perché restano tanto nel vago.
« Coinvolgendo i medici dei territori e effettuando studi randomizzati che non hanno voluto fare »
1. Non esistono i « medici dei territori ». Forse intendono riferirsi ai MMG.
2. I medici del gruppo « CD C-19 » hanno impiegato un protocollo tenuto segreto. Nessuno, all’infuori di loro, avrebbe potuto fare i famosi « studi randomizzati ».
3. Qui si inverte l’onere della prova. Chi propone una terapia innovativa, deve dimostrare che è valida. Troppo facile pretendere che siano altri a dimostrarne l’efficacia. Oltretutto è possibile che molti medici abbiano rifiutato di condurre l’esperimento per motivi etici: io per prima non avrei mai somministrato farmaci che si erano già dimostrati inutili e, in certi casi, nocivi. Non parliamo poi delle diagnosi e prescrizioni fatte senza visitare i malati.
4. Condurre uno studio ben disegnato richiede denaro. Visto che il gruppo chiede e richiede contributi ai cittadini, avrebbe potuto utilizzare queste risorse per produrre pubblicazioni scientifiche sottoposte a revisione paritaria e uscite su riviste con alto fattore di impatto.
5. Per lunghissimo tempo hanno promesso e giurato che il loro famoso « studio » sarebbe stato reso noto da un momento all’altro. Adesso…puff! scopriamo che avrebbe dovuto essere prodotto dai MMG, cioè da quei professionisti che, secondo il gruppo, avrebbero abbandonato i malati al loro destino.
Non troppo coerente, direi."
Grazie davvero
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