Voglio partire da lontano.
Era il 15 Gennaio del 2022, una manifestazione in piazza a Milano (l'ennesima) dei movimenti #novax mi ha molto incuriosito.
Non ci ero mai andato, sto alla larga in genere da folli assembramenti con invasati senza vaccino e mascherina: in genere portano a un contagio che sto cercando in ogni modo di evitare, soprattutto dopo quello che ho vissuto nel 2021.
Eppure la presenza del "Nobel", Luc Montagnier, mi sembrava l'occasione per capirne movimenti ed apparato ed ho avuto conferma di ciò che sospettavo.
Donazioni a pioggia, sostegni politici nascosti, la ricerca di un consenso in una sacca comunque inferiore alla maggioranza scatena appetiti ed egoismi troppo forti da non potere sfruttare ogni occasione per allargare la platea.
E' la strategia di Giorgia Meloni, che punta su quel mondo per accaparrarsene i voti, scrivendo un tweet dicendo che: "Possibilità che ragazzo muoia di virus le stesse che uno muoia per fulmine". Dicendo una corbelleria bella e buona, anche dal punto di vista statistico, ma che ha funzionato e che ha trovato nella politica romana di Fratelli D'Italia icona novax. Soprattutto per quella frangia di "mamme informate" o "pancine" che vivono dello slogan "giù le mani dai bambini".
Una responsabilità politica grave, pur essendo chiaro che ognuno di noi abbia la libertà di scegliere (ma in base però a una informazione corretta ed a fonti qualificate), che è figlia di un chiaro disegno. Ma di questo parlerò la prossima volta quando vi racconterò i danni della disinformazione.
Voglio tornare al 15 Gennaio, una splendida giornata di sole, fredda e ostile come solo Milano sa essere in quel periodo storico.
La piazza è elettrica, Gianluigi Paragone (che ha smania di diventare da giornalista a politico condottiero della gente senza averne mai avuto ne competenze ne stoffa) ha annunciato la presenza del Nobel francese (anno 2008): il bomber della congrega di coloro che non vogliono essere "sierati", "punturati", "tridosati" e tutte le scemenze che da mesi ogni giorno dobbiamo sorbirci!
Nonostante da diversi anni abbia abbandonato la scienza, per seguire una folle strada omeopatica e figlia più di assurde teorie mai dimostrate (la papaya che cura il cancro oppure la memoria dell'acqua), avere dalla propria parte l'unico Nobel che è contro i vaccini (in base a quali informazioni o studi non si è mai saputo) e contro il quale tutta la comunità scientifica si è schierata negativamente, è una arma di convinzione di una popolazione paranoide che vede complotti dappertutto e sceglierebbe ogni voce contraria per sostenere tesi di fatto insostenibili.
Luc Montagnier, quel giorno, era quello: un errore, quello del principio di autorità che nella scienza non deve e non può esistere.
Lo spiega benissimo l'eccellente Aureliano Stingi in un tweet molto interessante, parlando in quel caso di Broccolo (ma se ne riparlerà).
Il principio rimane uguale, ecco cosa dice il biologo:
Quindi se domani Antony Fauci dicesse che il vaccino non serve sarebbe comunque un informazione falsa e sbagliata anche se detta da lui."
Traduzione per i non comprendenti: anche se lo ha detto un premio Nobel, non per forza è vero! Anzi, può essere sbagliato e fuorviante se non supportato da dati. E la scienza, mi corregga qualcuno se sbaglio, è un insieme di dati e fenomeni studiati in un certo modo che devono avere il carattere della "ripetibilità"
Non sono qui per contestare, lo fanno altri molto più titolati di me (e io posso al massimo solo riportarne il pensiero), le sue affermazioni!
So che sembra assurdo, ma questa volta voglio parlare dell'uomo che stava dietro al "Nobel".
Quel 15 Gennaio sono rimasto decisamente sconvolto dall'osservare come questo anziano signore sia stato trattato ed usato da soggetti che, oggettivamente, sarebbero perennemente da stigmatizzare.
Sceso dalla macchina, accompagnato da una signora poi rimasta dietro le quinte che era piuttosto infastidita dal caos, è stato preso in consegna dall'organizzazione dell'evento.
Un qualcosa di inquietante che si svolgeva in un clima totalmente surreale con gente che, senza alcuna protezione, cantava "la gente come noi non molla mai"...
Una potenziale bomba epidemiologica, ci siamo guardati con l'operatore di Local Team che era accanto a me: lui mi ha confidato che in queste occasioni vige sempre il "principio di totale irresponsabilità" e che era prassi comune in raduni di questo genere.
Questo pover'uomo, per il quale in quel momento ho provato solo pena, sembrava sballottato. Faticava a reggersi in piedi, sembrava spaesato e veniva sempre imbeccato dal suo interprete che gli diceva in francese: "Mi raccomando, stia su, resista che oggi vinciamo noi. Coraggio..."
Una persona che era lontana parente dallo scienziato che fu di ispirazione per molte generazioni, con il peso degli anni sulle spalle a far da paciere con la pressione degli organizzatori.
Accompagnato, claudicante, e fatto sedere perché stremato ha espresso le sue opinioni senza grandissima lucidità (aiutato ed imbeccato da Paragone e dagli altri organizzatori).
Mi è sembrata una lunga agonia. Di un uomo usato per scopi diversi da quelli di tutelare, con allarmi più o meno ingiustificati, la salute pubblica. Un oggetto, un feticcio, la cui opinione andava strumentalizzata per i propri loschi fini.
E mentre Montagnier parlava, notavo altre cose inquietanti. A parte che nessuno, vicino allo scienziato francese, teneva distanze e mascherine: essendo (a parole) tutti non vaccinati era un pericolo anche per la sua stessa incolumità.
Ma a nessuno sembrava importarne alcunché. Era la, il feticcio, la cariatide ormai ombra di se stesso: ma era il nome, l'autorità per spingere il consenso e, nei canali telegram, le donazioni.
La gallina dalla uova d'oro questa SarsCov2. Una mamma dal cielo per tantissimi "nesci" (nessuno nella vulgata lombarda), pronti a balzare sul carro del "perdente", per diventare vincitori per una volta. Alle spalle della gente, sfruttando ogni occasione e ogni uomo.
Non so chi li avesse autorizzati, ma molte persone firmavano fogli anonimi contro la "dittatura sanitaria", facendosi fotografare i documenti da perfetti sconosciuti. Lasciandoli in balia, i propri dati intendo (anche quelli sensibili), a perfetti sconosciuti che se ne appropriavano. Ho visto centinaia di queste cose in quel folle pomeriggio. Poi, conoscendo alcune storie che avevo scoperto e di cui presto parlerò, ne ho capito la finalità: i dati sono come la monnezza e come tale vengono utilizzate a fini di spam. Valgono tanto oro quanto pesano se in mano alle persone sbagliate.
Costoro chi erano?
Comunque dopo avere finito di parlare Montagnier è stato accompagnato alla macchina e portato in un hotel in cui, evidentemente con un greenpass normale, alloggiava con il suo "entourage". Una accozzaglia di sanguisughe pronta a aspirare ogni afflato del Nobel per poterne trarre un vantaggio economico.
E mentre Melandri, pilota in disgrazia, diceva di essersi cercato di contagiare volontariamente (per poi smentire dicendo di avere scherzato quando gli sponsor con tempistiche record lo stavano abbandonando) e Heather Parisi si mostrava se possibile in preda a un delirio che non gli si riconosceva almeno fino al 1983, Montagnier si defilava.
Senza alcun distanziamento e mascherina, e senza alcuna prudenza, il feticcio francese e i suoi cortigiani pronti alle Idi di Marzo pur di rovesciare il potere costituito dalla ragione, andavano in un ristorante che aveva garantito di non chiedere il GreenPassRafforzato, necessario per consumare un delizioso pasto terminato verso le 22.
Quel giorno tornai a casa esterrefatto, mi sono reso conto che forse ero un vero idiota a rispettare le regole e a stare attento. Ma ero preoccupato davvero per Montagnier, mi aveva fatto tenerezza e allo stesso tempo avevo provato ribrezzo per come era stato trattato.
Avevo la paura che in mezzo a quel casino, avrebbe potuto contagiarsi: davvero non era vaccinato? Perché molti dell'organizzazione novax lo erano, li avevo visti al bar mostrare il greenpass (forse pensavano di non essere visti), e anche al ristorante dove li avevo visti lo avevano mostrato. Non credo che fossero le foto hard di Pompilia69 che volevano condividere con gli astanti: potrebbe essere questo. Ma sinceramente erano troppi.
Purtroppo avevo ragione: intorno al 20 Gennaio, Gianluigi Paragone (uno di quelli che aveva respirato di più addosso al Nobel cercando non solo di trasmetterne l'aerosol ma anche una conoscenza di cui pochi conoscevano l'esistenza) risultava positivo e non poteva votare al Quirinale. Beato lui, non vaccinato, era quasi completamente senza sintomi ma ovviamente contagioso. E chissà quanti come lui.
Da fonti qualificate scoprivo che dal 24 Gennaio anche Luc Montagnier risultava positivo alla SarsCov2, ma altre informazioni non venivano fuori. Evidentemente si era contagiato in quel folle pomeriggio del 15 di quel mese. Anche perchè la sua vita sociale era praticamente nulla per la fatica di vivere e per una età, 89 anni, non proprio idonea ad uscire ogni sera.
Venivano fuori dichiarazioni folli a lui attribuite su un vaccino che causasse l'HIV, ultima corbelleria uscita dallo scienziato che fu: almeno questo gli è stato attribuito.
In realtà è possibile che non l'abbia detto davvero o che comunque una dichiarazione sia stata forzosamente pubblicata. Montagnier infatti stava morendo proprio grazie a quella SarsCov2, essendo uno dei soggetti fragili che avrebbe dovuto e potuto proteggersi con un vaccino. Una fine non bella, piena di sofferenza e figlia della stessa autoalimentata ideologia.
Perchè queste bufale generano mostri, e causano morti. La gente si affida a cialtroni e poi non crede nemmeno a quello che vede.
Anche il suo decesso è stato intriso di mistero, prima affermato e poi smentito. Si è cercato fino all'ultimo di non fare trapelare la notizia che sarebbe stata la SarsCov2, combinata con la vecchiaia e una presupposta e fin troppo evidente fragilità, ad ucciderlo.
Una verità scomoda per coloro che lavorano su una disinformazione sistematica per i propri fini.
Riposi in pace, Luc Montagnier, più vittima che carnefice di se stesso e utilizzato da persone spregiudicate e senza alcun tipo di scrupolo che vogliono ad ogni costo avere un tornaconto personale.
Ma questa è un'altra storia, o sempre la stessa (chissà). Ed io continuerò a raccontarvela finchè avrò fiato e forza in corpo.
Alan Paul Panassiti
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