Esprimere delle proprie opinioni è un sacrosanto diritto.
Anche se non siamo d'accordo, anche se le cose che leggiamo degli altri non ci piacciono, ognuno nel nostro paese è libero (nei limiti di legge) di scrivere e dire ciò che vuole.
A critiche fatte e ricevute bisogna rispondere sempre nel merito: lavorare su una argomentazione del tema dibattuto, spiegare il perché di certe posizioni e controbattere, eventualmente, sempre sullo stesso livello.
Quando tocchi poi dei tasti dolenti non importa che tu sia un cittadino, un blogger o un giornalista: verrai sempre criticato!
In questi mesi, prima di tornare al mio meritato oblio, ho scoperto di dare molto fastidio. Sono uscito dalla mia zona, piacevole, d'ombra per potere combattere con qualcosa che ho reputato un cancro della mia epoca: gli approfittatori!
Quando mi ammalai di Sars Cov2, fui attaccato dal movimento ViVi (oggi al centro delle cronache per imbrattamenti Novax in molti ospedali che cercano di curare i malati covid gridando alla DittaturaSanitaria): una storia più volte raccontata sulla quale non tornerò.
Da quel momento, usando le mie esperienze passate e il mio talento (investigativo prima che lessicale e grammaticalmente evoluto da numerose letture che hanno riempito la libreria di casa) ho cominciato il mio percorso di ricerca di una mia personale verità. Mai avrei pensato che questa mia guerra personale contro i mulini a vento avrebbe destato l'attenzione di qualcuno.
Nei mesi, più approfondivo e più ne scrivevo scoppiavano bubboni sempre più ampi: la Tv dalla quale mi ero allontanato, le radio, i giornali che citavano le cose che dicevo si erano interessati al mio pensiero.
Un pensiero sempre meno distratto, in mesi tragici di riempimenti automatici pieni di sconfitte annunciate e da fughe in avanti di falsi profeti.
Ho scoperto sulla mia pelle cosa significhi l'odio, e questo mi ha fatto comprendere che non avevo perso la rotta ed è semplicemente quello che ho continuato a fare: approfondire le cose che mi interessavano cercando, ma non era l'unico obiettivo, di smascherare non complotti (per i quali occorrono competenze che non ho) ma qualche truffa che mi dava fastidio.
Ed ho notato che la credulità della gente era a un livello mai così alto: un rifugio paranoide per dimenticarsi i problemi, negandoli, attaccandosi alla paura.
Insulti, mail di minaccia, anche (purtroppo) il sentirsi dire (storpiandomi il cognome, come han fatto molti altri prima di costui) e dare del figlio di puttana da un ciarlatano, stizzito con me perché ho rovinato il suo giocattolo "guadagnoso".
Mi han dato dall'assoldato (da chi non si sa)
Ok, commentiamo. Qual è la differenza tra blogger e giornalista? Di certo la prima figura non va oltre il web e la carta stampata resta un affare del giornalista.
Lo stesso vale per la Tv e la radio, anche se il blogger ri-media queste tecnologie e le trasforma in video e podcast. E a pensarci bene anche il blogger dovrebbe scoprire.
E analizzare, descrivere, scegliere notizie. Solo che lo fa in modo diverso e con mezzi indipendenti. O magari viene ospitato su testate giornalistiche che hanno bisogno di una caratteristica particolare: la sintesi tra stile personale e indipendenza.
Differenza tra blogger e giornalista: accesso
A differenza dei blogger, i giornalisti devono superare un percorso per diventare tali. E per poter conquistare il famoso tesserino. Qual è la strada da seguire? In primo luogo devi sapere che ci sono due figure essenziali in questo scenario:
- Giornalista pubblicista
- Giornalista professionista
Il primo scrive in modo retribuito ma non esercita con costanza: per ottenere il tesserino devi pubblicare per minimo due anni con regole che variano.
Il secondo, invece, lavora ogni giorno nel campo dell’informazione e deve superare un esame di Stato. Per maggiori informazioni puoi consultare l’Ordine dei giornalisti.
Obblighi, doveri, titoli e possibilità del blogger
Mi piace l’idea: il blogger, chiamato nelle redazioni dei giornali online, si intrufola nei portali e pubblica articoli con la propria firma. Che vanno oltre la cronaca, l’enumerazione dei fatti. L’autore prende un tema e lo fa esplodere, oppure conduce un filone in modo indipendente. Senza legami e obblighi. Ma rispettando le regole:
- Obbligo di rettifica e replica.
- Presunzione d’innocenza.
- Verifica e tutela delle fonti.
- Tutela dei soggetti deboli.
Questi sono solo una parte dei punti espressi dalla carta dei doveri. Un documento che ogni giornalista dovrebbe rispettare. Ma anche ogni blogger. In fin dei conti la mia idea è semplice: il tempo passa e queste figure sono sempre più simili.
Differenza tra blogger e giornalista
Questa è la differenza tra blogger e giornalista secondo me. Alla base della riflessione c’è la capacità di questo professionista (perché il blogger è un professionista) di andare oltre determinate regole. E di superare i binari imposti dalle redazioni.
Ma non dai doveri. Fare informazione attraverso il blog è possibile, ma ci sono dei passaggi imprescindibili che secondo me vanno oltre l’iscrizione all’albo dei giornalisti.
Potrei spiegare anche in altro modo (da "Giornalisti Digitali)
5 punti che distinguono un giornalista dal blogger
La libertà di espressione che il web ha regalato alle persone, ha reso possibile la struttura di un nuovo mondo dell’informazione in cui, tra giornalismo digitale e blogging, apparentemente non c’è una vera e propria differenza. Ma, in osservanza del Testo Unico dei doveri del giornalista, possiamo riassumere 5 punti che connotano l’attività del giornalista e lo differenziano profondamente dal blogger:
- deve essere solo al servizio del lettore;
- ogni contenuto prodotto deve ricercare solo la verità, nel rispetto dell’accuratezza dell’informazione;
- non si deve “non dire” per ottenere consensi così come le notizie non devono portare a vantaggi personali;
- il mestiere non deve subire alcuna pressione;
- il contenuto non deve essere condizionato dalla pubblicità e non si può accettare denaro in cambio di una notizia favorevole o sfavorevole.
Leggendo le 5 frasi che delineano il lavoro del giornalista, escludiamo a priori che il lavoro del professionista dell’informazione sia assimilabile a quello del blogger.
Spesso chi ha un blog ha la libertà di decidere cosa scrivere e per chi scrivere, e il suo ambiente proprietario, il sito internet o lo spazio in cui risiede il proprio blog, ospita anche contenuti sponsorizzati. Accade poi spesso che, qualora il blogger sia verticalizzato in qualche settore specifico, lo stesso abbia la capacità di produrre contenuti a pagamento. Questa è una discriminante che separa sostanzialmente le due professioni, seppure ambedue sono dei professionisti della parola.
Oltre a questa netta distinzione, ci sono poi figure che mantengono etica e rispetto del lettore, pur non essendo iscritti all’albo, e distribuiscono contenuti nel Web, rispettando il Testo Unico per una scelta personale, dettata dal proprio approccio con l’informazione, nel rispetto di chi fruirà i contenuti distribuiti dalla piattaforma editoriale proprietaria.
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Mi scuso per aver citato l'articolo del collega e anche l'altro del sito, ma era quanto di più chiaro potessi pubblicare per fare comprendere la differenza tra le due figure.
Alan Paul Panassiti
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